Giuseppe Pagano


"Deus absconditus" è un libro edito da Silvana Editoriale nel 2023, con testo critico di Roberto Mutti.
95 pagine, 41 fotografie in bianco e nero. 


"Ho visitato, tempo fa, un manicomio abbandonato.

Un luogo di reperti e di sembianze.

I muri ammuffiti erano come un caleidoscopio in continua, lenta rotazione.
Apparivano e scomparivano immagini che sembravano ricordare ciò che era stato.
Aleggiavano ovunque presenze impalpabili.

Ogni giorno un frammento andava perso:
Su una parete qualcuno aveva scritto: "il tempo porta via ogni cosa".

Più tempi scorrevano a velocità diverse: quello del manicomio, quello dell'umanità e il mio.
A volte li percepivo intrecciati in una dimensione dove migliaia di anni e una stagione erano destinati ad annullarsi, a chiudersi in un soffio di senso.

Nelle radiografie ritrovate filtrava una luce antica, brillata la prima volta che l'uomo si era interrogato sul suo dolore.
Una luce che aveva percorso tutta la storia e si era posata su quei volti.

Quegli sguardi mi ponevano le domande ultime, in bilico tra un abisso di inconosciute sofferenze e un oltre infinito".

Giuseppe Pagano
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"Deus absconditus" è un libro edito da Silvana Editoriale nel 2023, con testo critico di Roberto Mutti.
95 pagine, 41 fotografie in bianco e nero.


"Ho visitato, tempo fa, un manicomio abbandonato.

Un luogo di reperti e di sembianze.

I muri ammuffiti erano come un caleidoscopio in continua, lenta rotazione.
Apparivano e scomparivano immagini che sembravano ricordare ciò che era stato.
Aleggiavano ovunque presenze impalpabili.

Ogni giorno un frammento andava perso:
Su una parete qualcuno aveva scritto: "il tempo porta via ogni cosa".

Più tempi scorrevano a velocità diverse: quello del manicomio, quello dell'umanità e il mio.
A volte li percepivo intrecciati in una dimensione dove migliaia di anni e una stagione erano destinati ad annullarsi, a chiudersi in un soffio di senso.

Nelle radiografie ritrovate filtrava una luce antica, brillata la prima volta che l'uomo si era interrogato sul suo dolore.
Una luce che aveva percorso tutta la storia e si era posata su quei volti.

Quegli sguardi mi ponevano le domande ultime, in bilico tra un abisso di inconosciute sofferenze e un oltre infinito".

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